Di seguito riportiamo i racconti scritti dagli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Beccaria” di Carbonia sulle attività svolte al CRS4 dal 25 al 29 giugno 2018 e, di seguito, sulla loro esperienza in un posto di lavoro.

Gli studenti Pietro Congiu, Giuseppe Margarone e Daniele Pusceddu raccontano le attività svolte al CRS4 . . .

L’ esperienza al CRS4 ha avuto come scopo finale quello di utilizzare le API REST per creare un plugin per la piattaforma online sviluppata dal CRS4 chiamata SHADO. Il plugin ha lo scopo di modificare un’immagine in modo tale da fornire maggiori informazioni ad un algoritmo di Machine Learning. Ogni giorno sono stati affrontati argomenti di diverso tipo; il tutor interno, Nicola Corona, si è occupato della maggior parte delle spiegazioni, si è partiti dalle basi come la struttura dei file JSON, come avviene la comunicazione tra client e server e un approfondimento del linguaggio Python, in seguito abbiamo affrontato argomenti più complessi come le API RESTful e i container Docker.
Federico Caredda invece si è occupato di spiegare in modo approfondito il Deep Learning, affrontando argomenti come le reti neurali, il subsampling e i framework di deep learning.

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Abbiamo imparato ad utilizzare le RESTful API facendo pratica con quelle fornite dalla piattaforma SHADO, sviluppata dal CRS4. Lo scopo di questa piattaforma è la gestione automatica di contenuti digitali in base al loro contenuto, che è riconosciuto utilizzando il Machine Learning, di cui ci è stato insegnato a grandi linee il funzionamento. Il Machine Learning ci è stato mostrato in azione attraverso 2 algoritmi sviluppati dal CRS4: il primo effettua una stima dell’età della persona nella foto fornita, il secondo rileva il tipo e il colore del vestito che indossa. Abbiamo quindi realizzato un programma per scaricare tutte le immagini condivise in un gruppo della piattaforma, facendo uso di Python e appunto delle RESTful API. Poi abbiamo imparato come utilizzare Docker, un software all’avanguardia molto utile per tenere in ordine server e ambienti di sviluppo. Questo ci è poi servito a creare un plugin per SHADO: la piattaforma fa ampio utilizzo di Docker, i suoi plugin sono tra gli elementi contenuti nei container Docker. Lo scopo del plugin da noi sviluppato è moltiplicare il numero di immagini in un gruppo, apportando un grande numero di piccole modifiche a ciascuna immagine. Moltiplicare il numero di immagini disponibili è estremamente utile per il Machine Learning dato che possono servirne milioni. Per scrivere il plugin abbiamo nuovamente utilizzato Python, con la libreria openCV per effettuare le modifiche sulle immagini.

Lo strumento da noi principalmente utilizzato è stato il computer, da non dare per scontato, nel quale però la presenza unica di Windows come sistema operativo ha inizialmente limitato il nostro operato, ma successivamente, grazie all’installazione di una macchina virtuale ci è stato permesso di utilizzare Linux Ubuntu come sistema operativo, con la possibilità di utilizzare programmi che su Windows ci avrebbero costretto a comprare la licenza. Un altro importante strumento che abbiamo utilizzato è stato il software Docker, di cui ci è stata spiegata l’utilità, ovvero  eliminare i problemi relativi all’esecuzione su diverse macchine ed eliminare anche la necessità di installare ulteriori librerie richieste dalle dipendenze, attraverso la virtualizzazione dell’esecuzione dei programmi all’interno di container, che vengono istanziati a partire da delle immagini.

Quello che abbiamo realizzato alla fine del nostro percorso di alternanza è un plugin per la piattaforma SHADO, il cui scopo era quello di partire da una o da un gruppo di immagini, applicare tante modifiche in modo da realizzare tante nuove immagini da dare poi in pasto alla rete di deep learning durante la fase di training.

Oltre allo svolgimento del progetto sulla piattaforma SHADO, abbiamo fatto delle visite guidate presso le strutture del Parco tecnologico: la Sala Server del CRS4 e il FabLab di Sardegna Ricerche. Le guide hanno esposto le funzionalità delle strutture rispondendo in modo esplicativo alle domande poste. Entrambe le strutture contengono macchinari incredibilmente potenti (e costosi), ed è stato davvero bello e interessante vederli all’opera e ascoltare la spiegazione degli esperti su come funzionano. Al FabLab ci hanno anche dato un portachiavi in legno inciso con il loro laser cutter. Inoltre abbiamo assistito a una conferenza in cui ha partecipato un dipendente del CRS4 con disabilità visive; si è parlato della storia del CRS4 e delle difficoltà dei disabili, in particolare dei non vedenti.

. . . e riportano le loro impressioni sull’esperienza in un posto di lavoro:

“L’ASL al CRS4 è stata un’esperienza davvero importante in quanto mi ha dato l’opportunità di vedere per la prima volta come si lavora e quali strumenti si utilizzano in un ambiente professionale serio e di qualità,  cose che non si possono vedere studiando esclusivamente a scuola o a casa”.

“La differenza sostanziale che ho riscontrato rispetto alla scuola sta nel fatto che si lavora per tutta la giornata, o comunque per tutto il periodo trascorso all’interno della struttura, alla stessa materia o meglio dire allo stesso progetto. Inoltre cambia l’approccio all’insegnamento, per il fatto che a insegnare non sia un professore ma un ricercatore, e infine il numero di persone a cui insegnare, il nostro gruppo era composto da tre alunni, il che permette di concentrarsi molto di più sulle difficoltà individuali e quindi anche una più alta possibilità di riuscire a risolverle”.

“E’ stato molto interessante imparare a programmare in un altro linguaggio e a fare cose tanto diverse da quelle che di solito vengono insegnate a scuola, come appunto usare le API REST, l’obbiettivo dell’esperienza”.

“E’ stato molto bello conoscere l’utilizzo dell’informatica in vari settori e in generale scoprire gli altri indirizzi di ricerca e sviluppo all’interno del parco tecnologico”.

“Una cosa che non mi aspettavo: le visite guidate presso le altre strutture e gli altri spazi del parco tecnologico, davvero interessanti, tra i quali spicca la sala server del CRS4, che viene chiamata computer room, non ne avevo mai vista una e sono rimasto molto impressionato”.

“Le persone all’interno della struttura si comportano sempre in modo amichevole e quasi tutti si danno del tu, l’ambiente non è formale e non è presente un codice di abbigliamento rigido”.

“Al CRS4 sono sono stati tutti molto gentili, simpatici e amichevoli. Il nostro Tutor e i suoi colleghi sono stati davvero bravi a spiegarci i nuovi concetti. Mi sono sentito abbastanza a mio agio”.

“Per me il viaggio e l’attività al CRS4 hanno preso 12 ore al giorno, che è stato un pò pesante specialmente i primi giorni, ma mi sarebbe comunque piaciuto se avessimo avuto qualche giorno in più per visitare i reparti che non abbiamo visto e per avere più tempo per sviluppare il nostro programma con calma: sono riuscito a finirlo solo all’ultimo minuto anche avendo delle ore di programmazione in più, date dal fatto che non è stato possibile fare alcuni tour che avevamo previsto all’inizio dell’alternanza”.

“Il CRS4 mi è sembrato un buon ambiente in cui lavorare, nonostante la struttura sia un po’ grande e dispersiva, ciò comporta alcune scomodità come il fatto di dover prendere un pulmino per andare in mensa”.

“Penso che sia stata un’esperienza molto positiva in cui tutti si sono comportati in modo gentile e professionale rendendo l’esperienza piacevole, inoltre mi ha permesso di espandere le mie conoscenze senza troppe difficoltà”.

“Tutte le attività sono state svolte nella più totale tranquillità e con l’interesse che tutti avessero capito e fossero riusciti realizzare le varie cose che sono state portate avanti durante l’esperienza”.

 

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