Di seguito riportiamo i racconti scritti dagli studenti dell’Istituto Tecnico Industriale “Michele Giua” di Cagliari sulle attività svolte al CRS4 dal 19 al 23 marzo 2018 e, di seguito, sulla loro esperienza in un posto di lavoro.

Gli studenti Simone Pinna e Francesco Vincis raccontano le attività svolte al CRS4 . . .

Il giorno che siamo arrivati nella sede del CRS4 a fare gli onori di casa è stata Giuliana, che ci ha accolto e ci ha spiegato dove e in che modo avremmo passato la nostra settimana formativa, spiegandoci nei dettagli le ore di entrata e di uscita, che tipo di lavoro e in quale ambiente avremmo trascorso la maggior parte del tempo nella settimana. In quella stessa mattina abbiamo avuto il piacere di conoscere Franco, un ragazzo molto simpatico che lavora nel laboratorio in cui avremmo dovuto lavorare anche noi, poco dopo è arrivato Paolo, la persona che ci avrebbe seguito e aiutato in questo progetto, una persona molto tranquilla, calma e soprattutto paziente. Paolo ci ha presentato bene e in maniera dettagliata il progetto a cui avremmo partecipato e spiegato come noi avremmo dovuto contribuire a questo progetto. 
Il progetto IoTDesir si mette come obbiettivo quello di calcolare l’impronta energetica degli studenti durante il tragitto casa-scuola. Per farlo si è deciso di far collaborare varie scuole e di far mettere a ciascuna di esse le proprie competenze sul campo. Noi in quanto istituto tecnico ci siamo occupati del codice e dell’implementazione su Arduino, seguiti dalla guida di Paolo Sirigu.
Il progetto era basato su quanta energia consuma ogni ragazzo nel tragitto casa-scuola e scuola-casa. Quindi noi dovevamo creare un dispositivo che si collegava all’auto e prendeva i dati di accelerazione e velocità e noi dovevamo ottenere i dati relativi al consumo.
Ci siamo messi subito al lavoro, per primo abbiamo fatto un ripasso di Arduino e di tutti i sensori per rilevare varie grandezze fisiche. Durante la pausa pranzo Franco ci ha mostrato la “mascotte del team”, NAO, un robot in grado di eseguire molteplici azioni; durante la nostra permanenza abbiamo imparato a  usarlo e ci siamo divertiti a fargli fare qualche giochetto. Per il resto della giornata abbiamo continuato il lavoro coi sensori.
Durante il secondo giorno dovevamo occuparci della stampa a video dei dati e per far ciò abbiamo utilizzato uno schermo nextion e creato con un editor la GUI. Durante il pomeriggio siamo riusciti ad ottenere i primi risultati infatti la scheda stampava nello schermo i valore di latitudine e longitudine che riceveva dal satellite.
Nello stage precedente Paolo e un altro stagista avevano creato una macchina per simulare il comportamento di un automobile. Il nostro compito è stato di farla comunicare con la scheda per passare i valori di velocità, rpm e maf. Durante la mattina del terzo giorno abbiamo visto il funzionamento delle schedine Bluetooth con ottimi risultati infatti di pomeriggio abbiamo iniziato a vedere come stampare su uno schermo lcd questi valori.
Il quarto giorno abbiamo passato il nostro tempo a cercare di capire perché non riusciva a stampare tutti e tre i valori contemporaneamente. Abbiamo provato ad applicare diverse soluzioni suggeriteci da Paolo ma con scarsi risultati. Poi abbiamo visitato il FabLab di Sardegna Ricerche che è stato uno dei locali che ho trovato più interessanti, dove sono presenti diverse stampanti 3D, di diverso genere che sono in grado di realizzare oggetti tridimensionali con diversi materiali partendo da modelli digitali.
Durante il pomeriggio abbiamo visitato la computer room del centro, un vero “mostro” per quanto riguarda l’elaborazione e la memorizzazione.
L’ultimo giorno Abbiamo eliminato totalmente il lavoro fatto il giorno prima e abbiamo riscritto da capo il codice, dopo un po’ di tentativi abbiamo capito che eravamo sulla giusta strada e alla fine siamo riusciti a stampare i tre valori corretti sullo schermo.
Con Paolo alla fine siamo quasi riusciti a far funzionare il dispositivo da collegare all’auto, siamo andati anche nella sua macchina a provarlo siamo riusciti a farci dare i valori ma non siamo ancora riusciti ad ottenere il consumo, c’eravamo quasi, ma son sicuro e spero che il prossimo gruppo dopo di noi lo migliori, e quello dopo lo migliori ancora di più, fino a quando non sia finito, così sarò orgoglioso di dire “ho partecipato anche io a questo progetto!”.

. . . e riportano le loro impressioni sull’esperienza in un posto di lavoro:

“Ho adorato il rapporto che si instaurava tra le varie persone tutte molto disponibili e gentili, sembrava quasi di stare all’interno di una fiction e ognuno stesse interpretando un personaggio con un profilo ben definito”.

“Quando tornavo a casa e mia mamma curiosa mi chiedeva come era andata e magari chiedeva delle altre persone che avevo incontrato, mi piaceva chiamarle “colleghi”, questo perché mi faceva sentire parte di quel bellissimo ambiente”.

“Per adesso la mia esperienza si conclude qui ma spero un giorno di poter tornare non come stagista ma come lavoratore”.

“In certi momenti ci staccavamo un po’ dal progetto e c’erano anche dei momenti di svago, come per esempio nella pausa pranzo Franco ci faceva usare Nao, un robot interattivo molto simpatico quanto costoso, avevo anche paura di toccarlo le prime volte, è stato molto emozionante interagire con lui”.

 

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