Di seguito riportiamo i racconti scritti dagli studenti del Liceo Scientifico di Capoterra “Bacaredda-Atzeni” sulle attività svolte al CRS4 dal 27 febbraio al 03 marzo 2017 e, di seguito, sulla loro esperienza in un posto di lavoro.
Gli studenti Valentina Concas, Giovanni Deplano e Francesco Masala raccontano le attività svolte al CRS4 . . .
La settimana trascorsa al CRS4, a Pula, era focalizzata sulla risoluzione di un problema relativo alla valutazione dell’Impronta Energetica ed Ecologica, mediante l’uso dell’Internet of Things (IoT). Ci siamo dedicati, dunque, a varie attività riguardanti gli argomenti di lavoro al CRS4. In particolare, nei primi giorni abbiamo sperimentato Arduino (un microcontrollore): abbiamo imparato a programmarlo per far accendere i diodi e far comparire su un display le distanze captate da un sensore di distanza ad ultrasuoni. Grazie poi all’utilizzo di uno Shield Bluetooth, abbiamo potuto comandare a distanza, da un altro computer, dei diodi (con comandi semplici del tipo “led_rosso_on” e “led_verde_off”) utilizzando il linguaggio di programmazione Python.
Ci siamo poi ricollegati alla parte teorica sull’Ecological Footprint, utile ad una sperimentazione che metteva in relazione proprio questa tematica con l’IoT. L’impronta ecologica è un indicatore del consumo umano di risorse naturali, per arrivare poi al confronto con ciò che la terra può realmente offrire. Abbiamo dunque svolto dei test per stimare un consumo ecologico, espresso in ettari, che si avvicinasse il più possibile al nostro. Questi test si basano su domande pertinenti alle attività svolte e al tipo di cibo consumato, ma non solo, anche al paese di appartenenza e al tipo di combustibili usati per riscaldare le nostre case. Abbiamo concluso calcolando anche lo zainetto ecologico, simile all’impronta ma espresso in Kg.
Negli ultimi giorni abbiamo misurato il consumo “teorico” di un autobus che va dall’edificio 1 all’edificio 8 del Parco tecnologico di Pula. Ciò è stato possibile grazie ad un dispositivo con interfaccia OBD2 (che rileva istantaneamente i dati sul consumo). Non potendolo collegare direttamente all’autobus, siamo stati costretti a simulare il tragitto con un’automobile, e a stabilire casualmente il numero dei passeggeri che salivano e scendevano alle fermate. Tramite delle formule matematiche, abbiamo infine calcolato il consumo di un autobus. Queste formule si basano sui pesi approssimativi dei due mezzi presi in considerazione, sui dati istantanei del consumo dell’auto e su una costante di calibrazione (alla quale abbiamo dato valore k=1, considerandola poco influente). Il risultato, ottenuto con una collaborazione tra teoria (l’impronta ecologica e le formule aritmetiche) e pratica innovativa (il dispositivo collegato all’automobile), ha mostrato dunque la variazione dei consumi a seconda dei tratti di strada (eventuali salite o discese) e del numero dei passeggeri a bordo.
Durante la settimana di stage abbiamo apprezzato la visita alla Computer Room del CRS4, stanza che ospita i computer per il calcolo e per l’archivio dei dati, ma anche al FabLab di Sardegna Ricerche, un laboratorio dove si utilizzano stampanti 3D (anche alimentari) e macchine a taglio laser. La star finale del percorso è stata il robottino NAOneddu, un robot di piccole dimensioni, che al CRS4 è utilizzato per la robotica educativa.
. . . e riportano le loro impressioni sull’esperienza in un posto di lavoro:
“Tra i pregi di questo cammino guidato all’interno del CRS4, soprattutto la possibilità di avere esperienze pratiche, oltre che teoriche, che hanno certamente fatto emergere nostre curiosità e le hanno anche saziate”
“Anche soltanto la mensa e il modo di arrivarci (che implicava comunque un’immersione nel fantastico paesaggio naturalistico) hanno lasciato delle tracce nelle nostre memorie”.
“Abbiamo vissuto una bella esperienza grazie alla gentilezza e all’ospitalità dei tutor e dei lavoratori del CRS4 in generale, che si sono dimostrati sempre disponibili a rispondere alla nostra ‘curiosaggine’ e a risolvere i problemi che in certi momenti erano per noi irrisolvibili”.
“Quello che ci ha colpito di più nell’ambiente lavorativo, è stato sicuramente il rapporto tra i ricercatori e le altre figure professionali del Centro, in generale, di vicendevole amicizia e confidenza”.
“Un’esperienza completa, della quale l’unico limite è individuabile nel periodo di tempo ristretto passato al CRS4, che, comunque, ci ha permesso di fare anche di più di quello che era previsto”.